Recensione di Laura Formenti e Sommario
                              Recensione di Laura Formenti
              Mi 
                ha sempre colpito, in chi professionalmente si occupa del corpo 
                come in chi lo usa per esprimere la propria arte, la difficoltà 
                a mettere in parole la loro pratica. Come se il linguaggio dei 
                gesti e dei sensi prendesse il sopravvento. Durante una danza, 
                sul lettino da massaggio, oppure nel rito lento e sapiente del 
                Tai Chi Chuan, quando il corpo è protagonista, scende il 
                silenzio. Come a sancire la sacralità del momento. Ma sono 
                ritagli. Spazi interstiziali nella frenetica quotidianità 
                che ci sommerge di discorsi. Nei luoghi della vita e della formazione, 
                oggi ancora, il corpo è il più delle volte un convitato 
                di pietra, necessario ma imbrigliato, costretto all’immobilità, 
                a far tacere i suoi bisogni, a disciplinare le sue infinite aperture 
                al mondo. Siamo stati – chi più chi meno – 
                allevati nella scissione: la parola da un lato, il corpo dall’altro. 
                Ragione e passione. Civiltà e animalità. Maschio 
                e femmina. Falsi dualismi, indubbiamente patogeni, ma che ancora 
                regolano i nostri modi di fare educazione, formazione, terapia.
                Fortunatamente, però, c’è chi coglie la sfida 
                a fare del corpo un luogo e un medium di pensiero e di conoscenza. 
                Di sé, degli altri, del mondo. Questo testo di Ivano Gamelli 
                mette in parole il corpo. Propone un discorso pedagogico sulle 
                pratiche che, in diverse culture e con finalità diverse, 
                sono state inventate per realizzare, ritrovare, rigenerare il 
                rapporto del soggetto con il corpo. Pratiche di cura, di ricerca 
                espressiva, di gioco. Pratiche che mettono in scena non solo la 
                relazione mente/corpo, quindi un processo di (re)integrazione 
                del sé individuale, ma le relazioni “che contano”. 
                La comunicazione umana, infatti, è sempre incontro di sguardi, 
                di mani, di ritmi diversi che trovano nella relazione impreviste 
                sincronie.
                Tutto ciò è descritto, in maniera rigorosa e appassionata, 
                nel testo. Ma c’è di più. L’autore non 
                si limita a “parlare del corpo”, fornendo le coordinate 
                teoriche e i principi pedagogici che lo governano. Quante volte 
                abbiamo assistito o partecipato attivamente alla ginnastica mentale 
                del “fare discorsi” sui sensi, sulle emozioni, sulle 
                relazioni, allontanandoci però sempre più, paradossalmente, 
                dall’oggetto del discorso e da una sua reale comprensione? 
                
                Ivano Gamelli indica il rischio di un discorso troppo epurato 
                e astratto sul corpo. E indica vie. Vie pedagogiche, da praticare 
                in ambito scolastico, nei contesti della formazione. Anche, direi 
                soprattutto, con gli adulti: quegli adulti che hanno dimenticato 
                come apprendere dal proprio corpo, come ritrovare nel respiro 
                la memoria del passato, come realizzare nel gesto e nel movimento 
                un progetto di sé. La ricerca sul e con il corpo si sposa 
                così in modo fluido (oltre che teoreticamente fondato) 
                con la ricerca autobiografica. 
                Gamelli (e noi di Adultità lo sappiamo bene) svela in questo 
                scritto appassionato la sua dimestichezza con la materia trattata. 
                Da pedagogista, ma anche da praticante curioso e critico di molte 
                – se non tutte! – le tradizioni a cui fa riferimento 
                nel libro. Una ricerca che oggi finalmente può essere condivisa 
                con altri e che apre la strada a molte fruttifere sperimentazioni. 
                Consiglio al lettore: leggerlo va bene, ma è solo il primo 
                passo... 
              Sommario
              Introduzione
Capitolo I 
              Il corpo in gioco: la natura psicomotoria del bambino
              Tra terra e cielo 
                Corpo a corpo
                Psicomotricità: un breve storia 
                La psicomotricità naturale del bambino 
                La pedagogia dei luoghi psicomotori di Bernard Aucouturier
                Realtà e simbolo dell’oggetto psicomotorio 
                La fantasmatica corporea
              L’Analisi corporea della relazione di André Lapierre
              Capitolo II 
              Non solo per sport: pensieri che rincorrono una palla
              Lo sport tra antiche visioni e nuove emergenze
                La paura di giocare 
                L’aggressività necessaria 
                Oltre l’educazione fisica
              Lo sport educativo di Jean Le Boulch              
              Capitolo III 
              Per un’educazione sensibile
              Un sapere incarnato
                La consapevolezza attraverso il movimento di Moshe Feldenkrais 
                Dal Metodo Mézières all’antiginnastica di Thérèse Bertherat 
                L’euritmica pedagogica di Rudolf Steiner 
                Il corpo acquatico: lo watsu di Harold Dull 
                La danza come arte del movimento in Rudolf Laban
                L’organicità del corpo di Jerzy Grotowski 
                La voce come produzione corporea in Roy Hart e Demetrio Stratos
                La bioenergetica di Alexander Lowen 
              La relazione corporea di simpatia di Jean Ambrosi              
              Capitolo IV
              Educare in tutti i sensi
              Una questione di pelle 
                Frequenze sonore inascoltate 
                L’occhio specchio dell’anima e porta del corpo 
              Relax              
              Capitolo V 
              A Oriente del corpo
              Andare (e formare) di fretta
                La via orientale alla formazione
                Il filo dello yoga 
              Cambiare canale              
              Capitolo VI 
              Saperi e contesti incarnati
              A scuola con il corpo
                Il significato di ciò che si impara 
                Il regista istantaneo. Educazione e improvvisazione
                L’educazione come regia dell’ambiente 
                Autobiografie corporee
              L’esercizio corporeo come pratica filosofica              
              Capitolo VII
              Fuori luogo: appunti dal diario della formazione
              Lo scudo della fiducia 
              Attraversare il bosco di notte              
              Postfazione              
              Ringraziamenti              
              Bibliografia