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Ivano Gamelli


“Pedagogia del corpo”

(Raffaello Cortina, Milano 2011,
nuova edizione aggiornata e ampliata)

pp. XIV+170, euro 16,00

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Recensione di Laura Formenti e Sommario

Recensione di Laura Formenti

Mi ha sempre colpito, in chi professionalmente si occupa del corpo come in chi lo usa per esprimere la propria arte, la difficoltà a mettere in parole la loro pratica. Come se il linguaggio dei gesti e dei sensi prendesse il sopravvento. Durante una danza, sul lettino da massaggio, oppure nel rito lento e sapiente del Tai Chi Chuan, quando il corpo è protagonista, scende il silenzio. Come a sancire la sacralità del momento. Ma sono ritagli. Spazi interstiziali nella frenetica quotidianità che ci sommerge di discorsi. Nei luoghi della vita e della formazione, oggi ancora, il corpo è il più delle volte un convitato di pietra, necessario ma imbrigliato, costretto all’immobilità, a far tacere i suoi bisogni, a disciplinare le sue infinite aperture al mondo. Siamo stati – chi più chi meno – allevati nella scissione: la parola da un lato, il corpo dall’altro. Ragione e passione. Civiltà e animalità. Maschio e femmina. Falsi dualismi, indubbiamente patogeni, ma che ancora regolano i nostri modi di fare educazione, formazione, terapia.
Fortunatamente, però, c’è chi coglie la sfida a fare del corpo un luogo e un medium di pensiero e di conoscenza. Di sé, degli altri, del mondo. Questo testo di Ivano Gamelli mette in parole il corpo. Propone un discorso pedagogico sulle pratiche che, in diverse culture e con finalità diverse, sono state inventate per realizzare, ritrovare, rigenerare il rapporto del soggetto con il corpo. Pratiche di cura, di ricerca espressiva, di gioco. Pratiche che mettono in scena non solo la relazione mente/corpo, quindi un processo di (re)integrazione del sé individuale, ma le relazioni “che contano”. La comunicazione umana, infatti, è sempre incontro di sguardi, di mani, di ritmi diversi che trovano nella relazione impreviste sincronie.
Tutto ciò è descritto, in maniera rigorosa e appassionata, nel testo. Ma c’è di più. L’autore non si limita a “parlare del corpo”, fornendo le coordinate teoriche e i principi pedagogici che lo governano. Quante volte abbiamo assistito o partecipato attivamente alla ginnastica mentale del “fare discorsi” sui sensi, sulle emozioni, sulle relazioni, allontanandoci però sempre più, paradossalmente, dall’oggetto del discorso e da una sua reale comprensione?
Ivano Gamelli indica il rischio di un discorso troppo epurato e astratto sul corpo. E indica vie. Vie pedagogiche, da praticare in ambito scolastico, nei contesti della formazione. Anche, direi soprattutto, con gli adulti: quegli adulti che hanno dimenticato come apprendere dal proprio corpo, come ritrovare nel respiro la memoria del passato, come realizzare nel gesto e nel movimento un progetto di sé. La ricerca sul e con il corpo si sposa così in modo fluido (oltre che teoreticamente fondato) con la ricerca autobiografica.
Gamelli (e noi di Adultità lo sappiamo bene) svela in questo scritto appassionato la sua dimestichezza con la materia trattata. Da pedagogista, ma anche da praticante curioso e critico di molte – se non tutte! – le tradizioni a cui fa riferimento nel libro. Una ricerca che oggi finalmente può essere condivisa con altri e che apre la strada a molte fruttifere sperimentazioni. Consiglio al lettore: leggerlo va bene, ma è solo il primo passo...

Sommario

Introduzione

Capitolo I
Il corpo in gioco: la natura psicomotoria del bambino

Tra terra e cielo
Corpo a corpo
Psicomotricità: un breve storia
La psicomotricità naturale del bambino
La pedagogia dei luoghi psicomotori di Bernard Aucouturier
Realtà e simbolo dell’oggetto psicomotorio
La fantasmatica corporea
L’Analisi corporea della relazione di André Lapierre

Capitolo II
Non solo per sport: pensieri che rincorrono una palla

Lo sport tra antiche visioni e nuove emergenze
La paura di giocare
L’aggressività necessaria
Oltre l’educazione fisica
Lo sport educativo di Jean Le Boulch

Capitolo III
Per un’educazione sensibile

Un sapere incarnato
La consapevolezza attraverso il movimento di Moshe Feldenkrais
Dal Metodo Mézières all’antiginnastica di Thérèse Bertherat
L’euritmica pedagogica di Rudolf Steiner
Il corpo acquatico: lo watsu di Harold Dull
La danza come arte del movimento in Rudolf Laban
L’organicità del corpo di Jerzy Grotowski
La voce come produzione corporea in Roy Hart e Demetrio Stratos
La bioenergetica di Alexander Lowen
La relazione corporea di simpatia di Jean Ambrosi

Capitolo IV
Educare in tutti i sensi

Una questione di pelle
Frequenze sonore inascoltate
L’occhio specchio dell’anima e porta del corpo
Relax

Capitolo V
A Oriente del corpo

Andare (e formare) di fretta
La via orientale alla formazione
Il filo dello yoga
Cambiare canale

Capitolo VI
Saperi e contesti incarnati

A scuola con il corpo
Il significato di ciò che si impara
Il regista istantaneo. Educazione e improvvisazione
L’educazione come regia dell’ambiente
Autobiografie corporee
L’esercizio corporeo come pratica filosofica

Capitolo VII
Fuori luogo: appunti dal diario della formazione

Lo scudo della fiducia
Attraversare il bosco di notte

Postfazione

Ringraziamenti

Bibliografia

 

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